Il recupero fisico ed emotivo dopo trapianto di cellule ematopoietiche nei pazienti con leucemia o linfoma
Il trapianto di cellule ematopoietiche è un trattamento efficace ed ampiamente impiegato nei tumori ematologici.
L’incidenza ed i predittori di recupero fisico ed emotivo dopo trapianto delle cellule ematopoietiche non sono stati adeguatamente definiti in studi prospettici di lungo periodo.
L’obiettivo dello studio è stato quello di esaminare il decorso della convalescenza e della ripresa dell’attività lavorativa dopo trapianto di cellule ematopoietiche.
Hanno preso parte allo studio 319 soggetti adulti , sottoposti a trapianto mieloablativo di cellule ematopoietiche per il trattamento della leucemia o del linfoma.
Tra i 99 pazienti che sono sopravvissuti a lungo senza manifestare recidive neoplastiche, 94 hanno completato il periodo di osservazione di 5 anni.
Le principali misure dell’outcome sono state : limitazioni fisiche, ripresa dell’attività lavorativa, depressione, disturbi associati al trattamento o alla malattia.
Il recupero fisico è avvenuta prima del recupero psicologico e della ripresa dell’attività lavorativa.
Ad 1 anno solo il 19% dei pazienti ha raggiunto tutti gli outcome.
Nei 5 anni la percentuale dei pazienti senza gravi limitazioni fisiche è salita al 63%.
Tra i sopravvissuti senza recidive tumorali, a 5 anni, l’84% ha ripreso l’attività lavorativa a tempo pieno.
I pazienti con una ripresa fisica più lenta sono risultati quelli a più alto rischio medico e che presentavano prima del trapianto uno stato depressivo ( p £ 0.001 ).
I pazienti con GVHD ( reazione immunologica del trapianto contro l’ospite ), i pazienti con un minore sostegno sociale prima del trapianto, e le donne hanno manifestato un più forte stato depressivo dopo il trapianto di cellule ematopoietiche.
La risoluzione dei disturbi associati al trapianto è stata più lenta tra i pazienti sottoposti a trapianto allogenico e tra coloro che prima del trapianto hanno avuto un minore sostegno s ociale ( p £ 0.01 ).
I pazienti , con maggiore esperienza di trattamenti antitumorali prima del trapianto, hanno presentato un più rapido recupero dallo stato depressivo ( p = 0.04 ) e dai disturbi associati al trattamento ( p = 0.009 ).
Dai risultati dello studio è emerso che il completo recupero dopo trapianto di cellule ematopoietiche avviene in un periodo di tempo compreso fra i 3 ed i 5 anni.
Il recupero può essere accelerato da interventi atti ad aumentare le capacità associate al lavoro, a migliorare il sostegno sociale e a combattere la depressione.( Xagena2004 )
Syrjala KL et al , JAMA 2004 ;291:2335-234
Emo2004 Onco2004
Indietro
Altri articoli
Chemioterapia ad alte dosi e trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche nei pazienti anziani e in buone condizioni con linfoma primario diffuso del sistema nervoso centrale a grandi cellule B: studio MARTA
I trattamenti disponibili per i pazienti più anziani affetti da linfoma diffuso primario del sistema nervoso centrale a grandi cellule...
I tempi di attivazione degli anticorpi anti-PD-L1 influiscono su efficacia e tossicità della terapia con cellule CAR-T dirette a CD19 per il linfoma a grandi cellule B
Più della metà dei pazienti trattati con immunoterapia con cellule T mirate al recettore chimerico dell'antigene ( CAR ) CD19...
Consolidamento con Blinatumomab post-trapianto autologo di cellule staminali in pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B
Gli esiti nei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B ( DLBCL ) recidivato sottoposti a trapianto autologo di...
Metotrexato ad alte dosi come profilassi del sistema nervoso centrale nel linfoma aggressivo a cellule B ad alto rischio
La progressione del sistema nervoso centrale ( SNC ) o la recidiva è una complicanza rara ma devastante del linfoma...
Brentuximab vedotin più Nivolumab dopo trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche per i pazienti adulti con linfoma di Hodgkin classico ad alto rischio
Dopo il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ), il consolidamento con Brentuximab vedotin ( Adcetris ) nei...
Tassi di sindrome da rilascio di citochine e sindrome da neurotossicità associata a cellule effettrici immunitarie dai dati di CIBMTR su pazienti con linfoma in seguito a terapia con cellule CAR-T
I prodotti a base di cellule T ingegnerizzate Axicabtagene ciloleucel ( Axi-cel; Yescarta ) e Brexucabtagene autoleucel ( Brexu-cel; Tecartus...
Candidati biomarcatori germinali dell’efficacia della Lenalidomide nel linfoma a cellule mantellari: studio MCL0208
Nello studio di fase 3 MCL0208 della Fondazione Italiana Linfomi, il mantenimento con Lenalidomide ( Revlimid ) dopo trapianto autologo...
Esposizione ottimale alla Fludarabina per esiti migliori dopo la terapia con Axicabtagene ciloleucel per il linfoma non-Hodgkin a cellule B aggressivo
La Fludarabina è uno degli agenti più comuni somministrati per la linfodeplezione prima della terapia CAR-T diretta a CD19, ma...
Pembrolizumab nel linfoma primario mediastinico a grandi cellule B recidivante o refrattario: analisi finale di KEYNOTE-170
Precedenti analisi dello studio di fase 2 KEYNOTE-170 hanno dimostrato un'attività antitumorale efficace e una sicurezza accettabile di Pembrolizumab (...
Lenalidomide più Rituximab per il trattamento iniziale dei pazienti anziani fragili affetti da linfoma diffuso a grandi cellule B: studio FIL_ReRi
Il trattamento del linfoma diffuso a grandi cellule B ( DLBCL ) nei pazienti anziani è impegnativo, soprattutto per coloro...